mercoledì 24 luglio 2013

Disoccupazione giovanile in Brasile e Europa

Ho trovato interessante questo articolo di Miriam Leitao, di cui riporto anche la traduzione. La giornalista scrittrice confronta qui i problemi giovanili in Brasile (dove la disoccupazione è solo del 13,6 %, ma la mortalità molto elevata, soprattutto delle persone di colore) e quelli europei (con disoccupazione giovanile al 60% in Grecia, 54% in Spagna e 42% in Portogallo). Si comincia a parlare di una "generazione persa", senza possibilità di trovare un lavoro stabile, con ripercussioni sul piano psicologico ed affettivo. 
Mi sorge spontanea una domanda: ci siamo liberati di tanti dogmi nel secolo passato; adesso si ragiona in economia come se l'attuale modello fosse l'unico possibile, almeno così ci vogliono far credere. Ma è davvero così? Non esistono altre economie possibili? O forse sono troppi gli interessi di quei troppi pochi che continuano ad ingrassare le loro obese pance? E noi dobbiamo persino ritenerci fortunati...

fonte: www.globo.com

Risolvere i problemi dei giovani è un dovere di tutti

I giovani sono al centro delle preoccupazioni per trovarsi in pericolo sotto vari aspetti. Con la giornata mondiale della Gioventù in corso, questo è un buon momento per parlare di questo tema. Loro sono il futuro, come ha detto papa Francesco.

I pericolo sono diversi; fra questi, la disoccupazione. In Europa, è un problema molto attuale - il tasso medio è del 20%, arrivando al 60% in Grecia, 54% in Spagna e 42 % in Portogallo. Ma anche in Brasile, dove la disoccupazione non è elevata, è al 13.6% fra i giovani tra i 18 e 24 anni .

La OIT (Organizzazione internazionale del lavoro, ndr) ha pubblicato recentemente uno studio, mostrando che nel mondo ci sono 73,4 milioni di giovani disoccupati. L'altro problema è l'aumento del numdero di quelli che "né studiano, né cercano lavoro". Qui in Brasile sono 8,8 milioni di brasiliani fra i 15 e i 29 anni che si trovano in questa situazione, soprattutto donne. Ragazze che sono rimaste incinte presto e sono escluse dal mercato del lavoro e dalla scuola. Anche le droghe e lo scoraggiamento possono condurre i giovani a questo punto. Questi non compaiono nelle statistiche della disoccupazione perché non cercano un lavoro.
C'è poi il problema delle morti premature, sopratutto fra i giovani di sesso maschile. Il Brasile è il quinto Paese dell'America Latina con maggior numero di giovani morti per omicidio. Uno studio della Secretaria de Igualdade Racial ha mostrato come fra i bianchi nella fascia d'età dei 12 anni avvengono 1.3 omicidi ogni 100mila abitanti; nella fascia dei 21 anni, 37.3. Fra i neri, i numeri sono ben maggiori: da 2 si arriva a 89,6 ogni 100 mila abitanti.

Sono molti i pericoli che circondano i giovani. Pensare modi di risolvere questo problema è un dovere di tutta la società. Dovrebbe essere un argomento delle politiche pubbliche, ma pure le aziende, che invece chiudono le porte ai giovani senza qualifiche, potrebbero fare qualcosa, offrendo formazione a questi giovani che entrano nel mercato del lavoro. Pure opinionisti, ONGs e professori dovrebbero fare la loro parte.

Se loro (i giovani, ndr) sono le redini del futuro, la società corre il rischio di lasciarli impreparati.


Resolver os problemas que atingem os jovens é dever de todos

Os jovens estão no foco das preocupações por estarem em perigo em vários aspectos. Com a Jornada Mundial da Juventude em andamento, esse é um bom momento para conversar sobre o tema. Eles são o futuro, como disse o papa Francisco.
Os perigos são vários; um deles, o desemprego. Na Europa, é um problema muito presente - a taxa média está em 20%, chegando a 60% na Grécia, a 54% na Espanha e a 42% em Portugal. Mas mesmo no Brasil, onde o desemprego não é alto, a desocupação entre os que têm de 18 a 24 anos está em 13,6%.
A OIT lançou recentemente um relatório mostrando que há 73,4 milhões de jovens sem emprego no mundo. 
Outro problema é o aumento do número de "nem nem", de jovens que não estudam nem trabalham. Aqui, no Brasil, são 8,8 milhões de brasileiros entre 15 e 29 anos nessa situação, principalmente mulheres. Meninas que engravidaram cedo e ficaram de fora do mercado de trabalho e da escola. As drogas e o desalento também podem levar os jovens a essa situação. Eles não aparecem nas estatísticas de desemprego, pois não procuraram trabalho.
Há também a questão da morte prematura, que afeta principalmente os jovens do sexo masculino. O Brasil é o quinto da América Latina com mais mortes de jovens por homicídios. Um estudo da Secretaria de Igualdade Racial mostrou que, entre os brancos, na faixa de 12 anos, há 1,3 homicídios por 100 mil habitantes; na faixa dos 21 anos, 37,3. Entre os negros, os números são bem maiores: de 2 para 89,6 por 100 mil habitantes.
São muitos os perigos que rondam os jovens. Pensar em como resolver esse problema é uma obrigação de toda a sociedade. Tem que ser assunto das políticas públicas, mas as empresas, que fecham as portas para os que não tem qualificação, também podem fazer alguma coisa, oferecendo parte da capacitação desses jovens que chegam ao mercado. Formadores de opinião, ONGs e professores também podem fazer a sua parte.
Se eles são os donos do futuro, a sociedade corre risco em deixá-los desamparados.

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