martedì 29 dicembre 2015

Italiani che fanno la differenza a Salvador: il projeto Axé

Un progetto per i bambini di strada ideato dall'italiano Cesare de Florio La Rocca
Dopo 25 anni di duro lavoro con i bambini di strada, "quelli che nessuno vuole", Cesare de Florio La Rocca è stato nominato cittadino baiano.
Ma chi è Cesare?

Nato a Firenze nel 1937, Cesare De Florio La Rocca, avvocato laureato in teologia e filosofia oltre che in giurisprudenza, ha collaborato con numerose organizzazioni per l’infanzia in Italia e in Brasile ed è stato insignito di svariati titoli onorifici e premi. Nel 1968 andò in Brasile con un gruppo cattolico per conoscere l’Amazzonia. Aveva 29 anni. Le bellezze della terra e la sua ricchezza naturale lo sedussero tanto che decise di rimanere. Rimase colpito dalle disparità sociali esistenti e pensò di lavorare per l’infanzia abbandonata.

Materializzò la sua idea fondando in Amazzonia a Manaus una delle prime istituzioni per bambini. Il “Centro Social Nossa Senhora das Graças” sorse a Beco do Macero, all’epoca la maggiore delle favelas e oggi un quartiere ormai consolidato. Il centro era formato da una scuola professionale che ospitava 400 adolescenti e un asilo per 200 bambini, tuttora in pieno funzionamento. Nel 1981, considerando concluso il suo lavoro, La Rocca si trasferì a Rio de Janeiro invitato dalla Funabem (Fundacão Nacional do Bem Estar) dove lavorò come assessore tecnico.

Nel 1983 passò a lavorare all’UNICEF dove coordinò fino al 1985 il Progetto Alternativo di Ascolto a bambini e bambine di strada con la Funabem e il Ministero di Previdenza Sociale. Nel 1985 fu nominato a Brasilia rappresentante-aggiunto dell’UNICEF. Ma Cesare de Florio La Rocca sognava di creare un progetto di aiuto per bambini poveri che potesse essere realizzato sotto il segno della “migliore educazione per i più poveri”. Così nacque l’embrione di ciò che a Salvador de Bahia si sarebbe trasformato nel Centro Progetto Axé di Difesa e Protezione al Bambino e all’Adolescente che trovò il forte appoggio della ONG italiana Terra Nuova, del Movimento Nazionale di Bambini e Bambine di strada per il lato istituzionale e di personaggi sensibili come il coraggioso giornalista Gilberto Dimenstein impegnato da anni a divulgare il gravoso fenomeno dei meninos de rua e delle uccisioni ad opera di squadroni della morte.


La specificità del progetto Axé
Ma la differenza principale tra i tanti progetti per i più poveri e il Projeto Axé sta nel metodo: la pedagogia del desiderio. Attraverso l'arte, l'educatore cerca di stimolare il bambino all'ascolto delle proprie emozioni e risvegliare così i sogni che sono stati uccisi dalla dura realtà di strada. 
L'obiettivo è passare dal "Non ho nulla da perdere" a "Perché non anch'io?".
Le basi teoriche della pedagogia del desiderio sono solide ed affondano nella "pedagogia degli oppressi" di Paulo Freire, oltre che in Piaget, Freud, Jung,  Lacan, Vygotskij.

La finalità non è dunque insegnare i mestieri da poveri (muratore, elettricista, sarto, cameriere, ecc.) ai poveri, ma insegnare ai poveri a puntare in alto, a sognare e, per alcuni a lavorare nel mondo dell'arte.
Ovvero, non vale il principio, molto in voga nella maggioranza dei progetti sociali secondo cui "a chi non ha niente, ogni cosa va bene", ma piuttosto "la migliore educazione per i più poveri".

Dice Cesare: "Con i bambini che vivevano in strada osserviamo e impariamo che, di fronte all'opera d'arte, il bambino diventa fruitore e produttore. Come dice Monet: "Ogni essere umano è un artista".
Continuo a pensare e sognare che un progetto, limitato nel tempo e nello spazio, possa essere trasformato dallo Stato in politica pubblica per tutti. Durate i miei 49 anni in Brasile ho sempre affermato "Sono un sognatore incorreggibile con i piedi per terra". Dopo aver respirato, assaporato e apprezzato i sapori della variegata cultura di questo paese e dopo molte sconfitte e poche vittorie, continuo per le strade del mondo portando, nello stesso tempo, la mia malinconia e la mia speranza. 
Ora ho modificato la mia frase e posso affermare, con sicurezza, "Continuo ad essere un incorreggibile sognatore, ma con un piede per terra e l'altro...tra le nuvole"

fonti: 
http://projetoaxeblog.blogspot.com.br
http://www.tribunafeirense.com.br
www.sarapegbe.net

giovedì 24 dicembre 2015

GLI OCCHI SCURI DEL “MIO” BRASILE. DARIO MILANI


Tratto dal sito http://www.voglioviverecosi.com/

GLI OCCHI SCURI DEL “MIO” BRASILE. DARIO MILANI

24/12/2015



Sono arrivato a Salvador per la prima volta a 21 anni. Non conoscevo nessuno e non potevo immaginare che quella sarebbe diventata più della mia seconda casa.
La scelta del Brasile è casuale: conosco in Italia degli amici di Salvador de Bahia che me ne parlano molto bene. Soprattutto, mi sta stretta la mia piccola città natale e sento un forte bisogno di dare alla mia vita un senso che vada oltre un titolo di studio ed un lavoro. Ma non so bene cosa cercare. Basta la prima esperienza, di un mese, per capire che il Brasile non è come me l'avevano descritto, ovvero tutto sole, spiagge e allegria. E' fatto soprattutto di persone che ti parlano senza che tu le cerchi: non solo belle ragazze, ma anche bambini di strada, mendicanti, venditori di droga e tante persone che facilmente iniziano un dialogo con la prima persona che hanno accanto. Mi sento chiamato a conoscerlo meglio.
Dario Milani
Così, terminati gli studi universitari, mi trasferisco a Salvador per 2 anni, interrotti da un breve ritorno in Italia. Come volontario, lavoro in una scuola alla periferia, nel quartiere di Pernambués, offrendo lezioni di informatica a bambini e adolescenti, poi anche agli adulti; successivamente divento il responsabile di una raccolta fondi per acquistare l'edificio che ospitava la scuola. Sembra procedere bene, ma il confronto-scontro quotidiano con la povertà e, soprattutto, le disuguaglianze, mi fa male, mi provoca rabbia e un senso di impotenza, anche e soprattutto verso quella grande fetta di brasiliani che sembra fregarsene totalmente di chi non ha nulla; anzi, a volte ostenta i propri beni. Così, con molto rammarico, dico basta e torno in Italia. Il Brasile mi ha scottato, ho bisogno di riflettere e ricaricarmi. Trovo con un po' di fortuna un lavoro che poi diventerà a tempo indeterminato.
Ma la mia costante ricerca di senso si è ormai associata al seme della saudade, ormai già germogliato in me: mi manca il sole, il calore della gente (di quella semplice), la musica dal vivo e il sentirmi utile. Dopo circa due anni rassegno le dimissioni, faccio qualche altro lavoretto, metto insieme tutti i soldi che ho risparmiato nella vita e torno a Salvador, per rimanerci e comprarvi casa. Nel frattempo mi sono anche sposato in Italia con una ragazza brasiliana, conosciuta a Salvador, quindi ho le carte in regola per ottenere il visto permanente. Cerco di mantenermi dando lezioni private di informatica e italiano.
Gli occhi scuri del mio Brasile
Ma le migliaia di persone che vedo dormire sui marciapiedi mi interpellano sempre di più e lotto contro la mia paura di avvicinarmi. Finché un giorno mi faccio coraggio con uno che vedo sempre sotto casa mia. Gli propongo uno scambio: tutte le sere gli offrirò qualcosa se lui mi parlerà della sua vita. E così conosco Marquinho, che mi mostrerà il mondo dei senzatetto e i luoghi più nascosti di Salvador, accompagnandomi con la sua inaspettatamente originale e profonda visione della vita. Parliamo di tutto, dall'amore ai figli, dal lavoro alla violenza, da Dio ai viaggi, dall'anima al sesso. Ed è naturale per me trascrivere in un libro le nostre esperienze, perché non vadano perse. L'ho chiamato “Gli occhi scuri del Samba”, come ad indicare il lato oscuro e profondo di un paese famoso soprattutto per la spensieratezza. Se siete interessati, sotto trovate i link per averlo. Soprattutto, le esperienze con Marquinho mi hanno fatto intravvedere una ricchezza ignorata dalla maggioranza: gli incontri con chi sta in strada sono diretti, fraterni, emozionanti. Abbracci, baci, carezze, lacrime di commozione e tantissime storie personali raccontate... e questo privilegio solo perché sto lì ad ascoltare! Sì, mi raccontano anche tanto dolore, ma se scelgono di condividerlo con me è perché si sentono accolti. E quando torno a casa sono sempre un po' diverso da quando sono uscito: stanco, ma carico di emozioni e di ricchezza.
Dopo le uscite con Marquinho è inevitabile continuare: adesso partecipo alle attività di una comunità di accoglienza (Comunidade da Trindade) e mi sono organizzato per portare, nelle uscite notturne, anche un po' di cibo, che è comunque secondario rispetto all'ascolto delle persone. Se richiesto, indico possibili centri di accoglienza od accompagno gli eventuali minorenni. E proprio i bambini mi hanno fatto conoscere anche la realtà degli orfanotrofi, così che una volta a settimana vado a fare una visita, insieme ad altri volontari.
Questa, molto sintetizzata, la mia storia, il mio Brasile. Un Brasile in cui inizialmente mi vedevo diviso fra la parte del piacere (le spiagge, la musica, i divertimenti) e la parte fastidiosa (i bambini di strada, i senzatetto), che si è invece rivelata piena di sorprese e sta dando un senso alla mia vita. Egoisticamente, incontrare il popolo della notte fa bene prima di tutto a me.
Chi fosse interessato a fare un'esperienza di volontariato a Salvador de Bahia, può scrivermi:
profdario1@gmail.com
o visitare i miei blog
www.gliocchiscuridelsamba.blogspot.it/ e
www.vivereasalvador.blogspot.it/
Per acquistare il libro “Gli Occhi Scuri del Samba”:
Formato cartaceo
www.lafeltrinelli.it/libri/milani-dario/occhi-scuri-samba/9788891165718
e-book

giovedì 15 ottobre 2015

Quanto costano le scuole private di Salvador

Interessante articolo sul giornale di Salvador "Correio" che riporta un quadro riassuntivo delle mensilità di alcune scuole private della città. Sono solo quelle più prestigiose, ma può servire a farsi un'idea di quanto costi (e costa molto) mandare un figlio alla scuola privata, ritenuta, eccetto le università, più valida di quella pubblica.
L'articolo parla di un aumento fino al 15% nelle mensalità a partire dal prossimo anno, causa inflazione brasiliana che non accenna a diminuire (circa 10% quella reale), l'aumento dei costi della luce e la ricontrattazione con i professori. 
(cliccare sull'immagine per vederla ingrandita)

fonte: http://www.correio24horas.com.br/

mercoledì 14 ottobre 2015

Record di giorni di sciopero dei professori universitari UFBA

Mentre da una settimana prosegue lo sciopero dei bancari in tutto il Brasile,
ieri sono arrivati a 139 giorni di sciopero i professori dell'università pubblica dello stato di Bahia, una delle più prestigiose dello Stato. Oggi, mercoledì, ci sarà una riunione per decidere se continuare o meno lo sciopero. Probabilmente la finiranno qui.
Come ho già scritto altre volte, fermo restando il diritto dei lavoratori a scioperare, è bene ricordare che, mentre in Italia chi sciopera non riceve stipendio, in Brasile lo stipendio non è sospeso in caso di sciopero.
Che poi una università fra le più prestigiose non riesca a dare continuità ad un servizio essenziale per la formazione di professionisti è ancora più assurdo.
Senza contare l'alto numero di studenti stranieri, anche in corsi di specializzazione, dottorati di ricerca ecc.
Naturalmente la questione è la solita: aumento salariale. Richiesto addirittura un aumento del 27%!!! La proposta del governo federale (rifiutata) è stata del 5 %. Si chiuderà a 10% ?
 

Professores da Ufba decidem nesta quarta se encerram greve


  • Professores vão fazer nova assembleia e greve deve chegar ao fim - Foto: Joá Souza | Ag. A TARDE 29.09.2015
    Professores vão fazer nova assembleia e greve deve chegar ao fim
Uma assembleia nesta quarta-feira, 14, às 14h, no auditório da Facudade de Arquitetura da Universidade Federal da Bahia (Ufba), vai decidir se os professores da Ufba vão seguir a decisão nacional da categoria e encerrar a greve que já dura 139 dias, a mais longa já registrada.
Nacionalmente, os professores das universidades federais encerraram a greve nesta terça-feira, 13, mesmo sem concordar com a proposta de reajuste salarial do Ministério da Educação. "Todas as que continuam em greve devem encerrar a paralisação até o final da semana", afirma Claudia Miranda, presidente da Associação dos Professores Universitários da Bahia (Apub).
O Sindicato Nacional dos Docentes das Instituições de Ensino (Andes) disse que ainda haverá protestos por aumento dos salários. A entidade recusou a última proposta do governo federal, de 5,6% de reajuste em agosto do ano que vem. Os grevistas começaram a paralisação pedindo 27%.

fonte: http://atarde.uol.com.br

martedì 6 ottobre 2015

Sciopero dei bancari: roba da Brasile

Più o meno ogni anno i bancari ripetono la solita musica: chiedono un adeguamento salariale, viene proposto il 5% più qualche bonus. Loro chiedono il 15% più molti bonus. Chiudono tutte le banche per un tempo variabile (da 1 a 4 settimane), finché non ottengono un adeguamento intorno al 10 %. 
Roba da Brasile dove, ricordo, lo sciopero è remunerato, a differenza dell'Italia.
E roba da Brasile che scioperino professori, poliziotti, medici in maniera selvaggia. 
E chi ci rimette sono sempre i poveri.


Bancários entram hoje em greve; saiba como pagar contas durante período

Nos caixas eletrônicos, os saques noturnos são limitados a R$ 300,00 e o valor para saque diurno varia conforme a instituição
Bancários de instituições públicas e privadas de todo o país iniciam nesta terça-feira (6) greve por tempo indeterminado. Eles querem reajuste salarial de 16% (reposição da inflação mais 5,7% de aumento real), entre outras reivindicações.
A paralisação foi decidida depois mais de 40 dias de negociações entre representantes dos trabalhadores e a Federação Nacional dos Bancos (Fenaban). A Fenaban ofereceu 5,5% de reajuste para os salários e vales. A proposta inclui abono de R$ 2,5 mil, não incorporado ao salário. 
 Marcelo Camargo/Agência Brasil)
Bancários entram hoje em greve por tempo indeterminado em todo o país
(Foto: Marcelo Camargo/Agência Brasil)
“Esse aumento proposto pelos bancos é inimaginável”, disse o presidente da  Confederação Nacional dos Trabalhadores do Ramo Financeiro (Contraf), Roberto von der Osten. “Reividicamos também garantia de emprego, melhores condições de trabalho, com o fim das metas abusivas que adoecem os bancários, e igualdade de oportunidades”, acrescentou.
Os bancários também pedem participação no lucros equivalente a três salários mais R$ 7.246,82. 
Em nota, a Fenaban informou que continua aberta às negociações e que a proposta apresentada às lideranças sindicais prevê a participação nos lucros dos bancos, de acordo com uma fórmula que, aplicada, por exemplo, ao piso de um caixa bancário, de R$ 2.560,00, pode garantir até o equivalente a quatro salários.
Quanto à participação nos lucros, a entidade propõe a distribuição de 5% a 15% do lucro líquido aos bancários, como regra básica, além da parcela adicional que distribui mais 2,2% do lucro de cada instituição.
ConsumidoresCom a greve, os consumidores devem ficar atentos ao pagamento de faturas, boletos bancários e outros tipos de cobrança. Segundo o Instituto de Defesa do Consumidor (Procon) de São Paulo, embora a greve não afaste a obrigação do consumidor de pagar as contas até o vencimento, a empresa credora tem que oferecer outras formas e locais para que as quitações sejam feitas.
Para não ser cobrado de encargos (juros e multa) e ter o nome enviado a serviços de proteção ao crédito, a recomendação do Procon é que o consumidor entre em contato com a empresa e peça opções de formas e locais de pagamento, como internet e casas lotéricas.
Esse pedido deve ser documentado, ou seja, guardada a cópia do e-mail enviado ou anotado o número do protocolo de atendimento, orienta a entidade. Assim, caso o fornecedor não oriente  sobre a quitação do débito, o consumidor pode fazer a reclamação ao Procon.
A Fenaban lembra que a população tem à disposição caixas eletrônicos, internet banking, aplicativos do banco no celular, operações bancárias por telefone e também pelos correspondentes (agências dos Correios, redes de supermercados e outros estabelecimentos comerciais) como alternativas para fazer transações financeiras.
Nos caixas eletrônicos, os saques noturnos são limitados a R$ 300,00 e o valor para saque diurno varia conforme a instituição. Quem tem benefícios para serem sacados, segundo a Fenaban, pode fazer saques por meio da rede de caixas eletrônicos 24 horas e caixas eletrônicos dos bancos.
fonte: www.correio24horas.com.br

lunedì 5 ottobre 2015

Come convalidare i titoli di studio italiani affinché siano riconosciuti in Brasile


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Titoli di studio universitari e post universitari:
 
Per convalidare un titolo di studio universitario o post-universitario è necessario: 
  • far legalizzare il proprio diploma presso l’Ufficio Territoriale del Governo (ex Prefettura) e in seguito presso il Consolato Generale del Brasile in Italia.
  • Una volta in Brasile, il documento dovrà essere tradotto da traduttore giurato. Per informazioni sui corsi di laurea in Brasile, consultare il Portale dell’INEP (Instituto Nacional de Estudos e Pesquisas Educacionais) http://www.inep.gov.br.


Per informazioni sui corsi di “post lauream” in Brasile, consultare il Portale del CAPES (Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior) dove si possono trovare dati su più di 3000 corsi http://www.capes.gov.br.

Osservazione. Il Consolato Generale del Brasile a Milano non è abilitato a emettere dichiarazioni di equipollenza di titoli di studio italiani, poiché, in virtù dell’autonomia universitaria vigente in Brasile e delle competenze della Segreteria dell’Educazione dello Stato, è prassi delle singole Università e Segreterie valutare, rispettivamente, l’eventuale equivalenza dei titoli di studio.
Per verificare che l’istituto di insegnamento abbia corsi simili o affini alla propria area, consultare l’elenco di istituti alla pagina web http://portal.mec.gov.br/sesu.

Ottenere il riconoscimento del titolo di studio da parte di un'università brasiliana
Questo ulteriore passaggio è richiesto nel caso, ad esempio, si voglia frequentare una specializzazione o un dottorato in Brasile, oppure per alcune professioni, come quella di medico, ingegnere, psicologo, in cui è necessaria l'iscrizione all'albo.
Il procedimento viene svolto dall'università pubblica dello stato brasiliano in cui si decide di stabilirsi (a volte è richiesto un "comprovante di residenza").
I documenti variano a seconda degli stati brasiliani, per cui il consiglio è di rivolgersi direttamente alla segreteria dell'università di riferimento. 
Solitamente, comunque i documenti richiesti sono: 

1) diploma di laurea e storico universitario (elenco di tutti gli esami superati - con votazione - e la durata del corso di laurea).
2) una scheda dell'università italiana (anche presa da internet)
4) copia autenticata della carta d'identità brasiliana (o del passaporto) e del CPF
5) comprovante di residenza

Il procedimento può durare anni e mesi, dipende dal tipo di laurea, dall'università brasiliana in cui si fa la richiesta e da quella di provenienza.

Ma può un laureato lavorare in Brasile senza passare per la convalida dell'università italiana?
Certo, se parliamo del mercato privato. 
Diverso è il discorso per le professioni che richiedono il riconoscimento delle università brasiliane (medico, psicologo, ingegnere per esempio) o nel caso di concorsi pubblici.

Per ulteriori informazioni rimando al gruppo LinkedIn "Italiani in Brasile"


giovedì 1 ottobre 2015

Gianfranco vende tutto e va a vivere in Brasile

La storia di un italiano che si è trasferito a 170 km da Salvador de Bahia

UDINE - Friulano “doc”, di Udine, 59 anni, è "fuggito” dall’Italia nel 2009 e oggi vive in Brasile, nello Stato di Bahia, in un minuscolo villaggio di ex pescatori chiamato Sitio do Conde, a 170 km da Salvador. Ha aperto un bed&breakfast davanti all’oceano e non rimpiange il Friuli, da cui se n’è andato anche se in Patria aveva un lavoro, perché, dice, «in quell’anno ho incominciato a capire che in Italia c’era qualcosa che non funzionava. Adesso lavoro sì, ma mi godo anche la vita, senza stress né tormenti».

Quella di Gianfranco è una scelta che sempre più friulani decidono di fare, perché stufi di vivere e lavorare in un Paese in recessione e fortemente burocratizzato. «Da allora la mia vita è cambiata profondamente, in tutti i sensi, anche culturalmente. Non rinnego le radici del mio Friuli ma non so se tornerò a Udine: forse lo farò da turista o forse solo per vedere se mi daranno uno straccio di pensione. Aspetto invece a Sitio do Conde tutti quelli che vorranno conoscere un pezzettino di Brasile quasi sconosciuto e genuino”.

Gli amici in visita gli portano grappa e frico
Ma il Friuli e gli amici di sempre? «Li porto nel mio cuore e, grazie a internet, il cordone ombelicale non si è mai spezzato! Quando vengono a trovarmi mi portano la grappa, la brovada, il vino dei colli, il frico.. insomma, tutto quello che mi ricorda il Friuli».

Vive meglio che in Italia
Sull’oceano a Gianfranco non manca niente: «vivo bene, molto meglio degli anni passati in Italia. Non mi interessa possedere un’auto; mi muovo con la mia bicicletta e, per le lunghe distanze, ci sono le corriere. Qui ho trovato la donna della mia vita, che mi ha aiutato tantissimo e che mi aiuta tuttora con la gestione della “pousada”, quando non fa l’infermiera al pronto soccorso del paese».

Prima di andarsene ha venduto tutto
Gianfranco è nato in Friuli e ha vissuto a Udine per 50 anni. «Ho lavorato per molto tempo come libero professionista , come tecnico progettista, nel settore termoidraulico, collaborando con studi tecnici e grosse realtà del mercato del condizionamento e del riscaldamento». Fino a quando, nel 2004, Gianfranco ha deciso di cambiare completamente settore: ha rilevato una trattoria, insieme al figlio, che è chef, a Feletto Umberto di Tavagnacco (Udine), il “Leon d’oro”. «Anche qui fu una scommessa con me stesso, ma già avevo programmato di cambiare vita e, soprattutto, cambiare Paese! Nel 2009, infatti, ho preso finalmente la decisione di dare un taglio a tutto, fare le valige e andarmene. È stato più facile raccontarlo che farlo, perché non sono un pensionato e non sono un ereditiero: insomma, non avevo reddito! Sono arrivato in Brasile con quei pochi soldi che ero riuscito a racimolare vendendo l’appartamento, l’automobile, la bicicletta e i mobili!».

Adesso lavora col turismo
Grazie alla sua conoscenza del posto, Gianfranco sapeva già cosa comprare: «Ho acquistato un’area di 4mila mq di fronte all’oceano, con una spiaggia ancora selvaggia; in una delle due struttura presenti in loco ho ricavato un bed and breakfast con 4 appartamentini che affitto ai turisti, sia stranieri che locali. Si lavora bene d’estate, cioè da dicembre a marzo, e l’autunno e l’inverno sono dedicati invece alle manutenzioni».

fonte: www.ilmattino.it

Nuova corsie per ciclisti fra quartieri di Pituba e Itaigara


Certo, sempre meglio di niente...
Nell'articolo sotto riportato in originale, Reginaldo racconta come nel suo tragitto di 30 min per andare a lavorare in bici, de stare molto attento....
Ma la speranza è che l'aumento di piste ciclabili, corsi riservate ecc non si fermi e porti, nei prossimi anni ad un cambiamento di mentalità dei brasiliani, verso un utilizzo sembre maggiore delle due ruote, non soltanto da parte di chi non ha altra scelta (perchè non ha i soldi per prendere l'autobus) e non solo per sport. Le belle piste ciclabili a fianco dell'oceano sono infatti invitanti per praticare sport, ma sono ancora troppo poche le piste ciclabili che collegano quartieri residenziali periferici al centro della città.



Transalvador cria 23 km de ciclorrotas em 20 ruas de Pituba e Itaigara

O superintendente Fabrizzio Müller explica que é uma sinalização sutil, mas que traz mais segurança para os ciclistas
Há 13 anos, o servente Reginaldo Ribeiro, 51, usa a bicicleta para fazer o trajeto entre sua casa, no Vale das Pedrinhas, e o prédio onde trabalha, na Pituba. Nos 30 minutos que leva para pedalar entre os dois locais, Reginaldo faz questão de estar sempre atento. “Depois de tantos anos andando de bicicleta, já peguei experiência, então fico sempre ligado para que não ocorra nenhum acidente”, diz. Além de atenção, o servente acredita que a instalação de sinalização adequada e uma maior conscientização por parte dos motoristas e ciclistas tornariam seu deslocamento mais tranquilo. “Se houvesse mais vias preferenciais sinalizadas e mais consciência por parte dos motoristas, as coisas ficariam bem melhores”, conta ele.



O porteiro Carlos Antônio Silva, 54, que também trabalha na Pituba, chegou a comprar uma bicicleta, mas desistiu de usar o transporte por conta da insegurança que sentia na bike. “Os ônibus me imprensavam na rua, então eu desisti de andar, preferi vender. Eles não davam preferência para quem está na bicicleta”, afirma ele. O chaveiro Breno Souza, 14 anos, que usa a bicicleta para chegar na casa dos clientes, também na Pituba, já se envolveu em acidentes no trânsito. “Acabei caindo algumas vezes porque faltava sinalização e respeito dos motoristas”, diz.



Reginaldo usa a bike para ir ao trabalho todos os dias. Ele defende nova sinalização e pede consciência
(Foto: Marina Silva)


Para garantir segurança aos ciclistas e conscientizar motoristas e motociclistas, a Transalvador anunciou esta semana que foram criados 23 km de ciclorrotas em 20 ruas nos bairros da Pituba e do Itaigara. Nessas faixas de trânsito, automóveis e bicicletas trafegam juntos, mas há placas de sinalização e pinturas no asfalto chamando atenção para o fluxo de ciclistas.

O superintendente Fabrizzio Müller explica que é uma sinalização sutil, mas que traz mais segurança para os ciclistas. “Ela é um indicação de caminho mais seguro ao ciclista. A gente coloca em vias secundárias, que têm velocidade menor. Conversamos muito com cicloativistas e eles gostam das ciclorrotas, se sentem mais seguros”, afirmou.

O economista Ricardo Correio, 45 anos, queria uma atividade ao ar livre e escolheu a bike para isso. Ele pedala todas as manhãs, e afirma que a sinalização vai fazê-lo sentir mais seguro. “Acredito que a sinalização vá melhorar a convivência entre motoristas e ciclistas”.

Müller acrescentou que as ciclorrotas fazem parte de um sistema maior, que pretende modificar, a longo prazo, a cultura no trânsito. “É uma cultura que estamos trazendo para a cidade, implementando um sistema cicloviário. Não posso dizer que vai haver um impacto imediato. É preciso que as pessoas utilizem mais (o sistema) no seu dia a dia. Estamos investindo para colher um transito melhor no futuro”.





Ricardo pedala sempre pelas manhãs. Agora vai ganhar em segurança
(Foto: Marina Silva)



As ruas com ciclorrotas sinalizadas são: Rua dos Maçons, Rua Engenheiro Adhemar Fontes, Final da Rua Aristides Fraga Lima, Rua Ana Beatriz Mascarenhas, Rua Anthenor Tupinambá, Rua Miguel Navarro y Canizares (lado oposto sentido Paulo VI), Rua Miguel Navarro y Canizares, Rua Carlos Paraguassu de Sá, Rua Juscelino Kubitschek, Rua Marechal Andrea, Rua Almirante Ernesto Melo Junior, Rua Artur de Sá Menezes, Rua dos Radialistas, Travessa Marechal Andrea, Travessa Sargento Astrolábio, Rua Almirante Paraguassu de Sá, Rua Wanderley Pinho, Rua Plínio Almeida, Rua Urbino Viana e Rua Yitzhak Rabin.A Transalvador garante que, até o fim deste ano, a cidade terá 70 km de ciclorrotas. Além da Pituba e Itaigara, Itapuã, Graça e Centro Histórico devem ser os próximos bairros a ter ciclorrotas.

Daniel Bagdev, da ONG Bike Anjo, elogia a iniciativa. “Muitos motoristas esquecem que a bike é veículo. Acredito que a solução é o compartilhamento e não a segregação. Os ciclistas e os motoristas precisam entender que tem espaço para os dois”, pondera.

QUEM É QUEM
CICLOVIA Espaço segregado para bicicletas, com separação física isolando os ciclistas dos demais veículos (mureta, meio fio, grade, blocos de concreto, etc). A maioria das ciclovias de orla de praia é exemplo. 
CICLOFAIXA É apenas uma faixa pintada no chão, sem separação física. Pode haver “olhos de gato”, como em faixas de ônibus. Indicada para vias onde o trânsito motorizado é menos veloz.
CICLORROTAS São vias em que carros e bicicletas trafegam juntos, com sinalização que informa com clareza a existência de fluxo de ciclistas nos locais.

fonte: www.correio24horas.com.br

martedì 24 marzo 2015

Disastri aerei: quali compagnie evitare?

Nonostante gli ormai numerosi viaggi intercontinentali, ogni volta che devo prenotare un volo sono sempre teso: la data e l'orario del viaggio potrebbero fare la differenza molto più di quanto pensi... 
Per cercare di tranquillizzarmi, ho cercato quali sono le compagnie aeree più sicure, ovvero quelli che, nella loro storia, hanno subito meno disastri aerei.
Per arrivare ad una vera e propria classifica, bisogna considerare il numero totale di voli di una compagnia aerea e il numero di incidenti aerei. Ecco quanto ho scoperto.
Linea aerea Voli (milioni) Incidenti fatali Incidente fatale piu' recente Rateo incidenti (sopra/sotto la media)
Aer Lingus 1.51 0 1968 -46%
Aeroflot Russian Airlines 2.24 2 2008 +131%
Air Europa 0.83 0 Nessuno -26%
Air France 7.28 5 2009 +80%
Alitalia 4.40 1 1990 -35%
Austrian Airlines 1.17 0 (1960) -36%
British Airways 6.19 0 (1976) -189%
British Midland 2.33 1 (1989) -31%
EasyJet 2.29 0 Nessuno -70%
Finnair 2.32 0 (1963) -71%
Iberia 4.52 1 (1985) -38%
Icelandair 0.62 0 (1951) -19%
JAT Yugoslavian Airways 0.57 0 (1973) -18%
KLM Royal Dutch Airlines 3.39 1 1994 -95%
Lufthansa Airlines 9.37 2 1993 -264%
Malev- Hungarian Airlines 0.78 0 (1977) -24%
RyanAir 2.85 0 Nessuno -87%
SAS Scandinavian Airlines 6.87 1 (2001) -110%
TAP Air Portugal 1.35 0 (1977) -41%
Transaero airlines 0.21 0 Nessuno -6%
Turkish Airlines 2.34 3 (2009) +103%
Ukraine Int. Airlines 0.19 0 Nessuno -6%
Virgin Atlantic Airlilnes 0.29 0 Nessuno -9%
fonte: http://planecrashinfo.com/rates.htm


Di seguito la classifica stilata dalla JACDAC sulla sicurezza dei voli, JACDEC ha pubblicato, quindi,  una relazione che prende in considerazione tutti gli incidenti che hanno coinvolto gli arei negli ultimi 30 anni di attività, in relazione all’indicatore dei passeggeri per chilometri. Le compagnie esaminate sono state 60.

Al primo posto la compagnia di bandiera finlandese, FINNAEIR.
Seconda posizione per AIR NEW ZEELAND che dal 1940, anno della sua nascita, non è stata coinvolta in nessun incidente aereo.
Terza posizione per la CATHAY PACIFIC, compagnia che opera dal 1945.
Quarta posizione per la compagnia EMIRATES che ha iniziato a volare il 25 ottobre 1985.
Quinto posto per ETIHAD, la compagnia fondata nel luglio del 2003 dallo Shaykh Khalifa bin Zayed Al Nahayan. Ha iniziato le attività nel novembre 2003
Sesta posizione per L’EVA AIR, una compagnia aerea di Taiwan che ha per hub l’aeroporto di Taipei-Taoyuan e basi l’aeroporto di Kaohsiung e l’aeroporto di Bangkok-Suvarnabhumi, in Thailandia.
Settimo posto per la TAP PORTUGAL: La compagnia portoghese è in attività dal 1946 e si è aggiudicata il settimo posto tra le compagnie più sicure del mondo.
Ottavo posto per L’HAINAN AIRLINES, una compagnia aerea cinese, con sede ad Haikou. Fondata il 18 ottobre 1989, è la più grande compagnia aerea privata della Cina. Il 1º dicembre 2011 alla compagnia è stata assegnato un rank di 5 stelle dalla società Skytrax, è la prima compagnia aerea cinese a ricevere questo riconoscimento; è anche segnalata come SKYTRAX Approved Airline
Nona posizione per la VIRGIN AUSTRALIA, Compagnia aerea in attività dal 2000. E’ la seconda compagnia aerea australiana. È di tipo low cost ed ha sede a Brisbane
Decima posizione per BRITISH AIRWAYS, compagnia in attività dal 1919.

E le low cost? In classifica anche EASYJET che rientra nelle prime 20 compagnie più sicure al mondo, posizionandosi al 17esimo posto mentre, RYANAIR è solo al 32esimo posto della classifica delle compagnie più sicure.
ALITALIA si trova invece al ventiduesimo posto nella classifica di JACDAC. Mediamente sicura insomma.

Quali invece le compagnie più pericolose?
PODIO  DEL TERRORE:
Nella classifica del centro studi  JACDAC il primo, e poco ambito, posto spetta a
CHINA AIRLINES, compagnia di Taiwan. Sotto l’egida di China Airlines sono morte 264 persone, le ultime dei quali ormai cinque anni fa. Numeri che, come nota Handelsblatt, trasmettono un segnale poco rassicurante a chi vorrebbe volare con questi aerei.
TAM AIRLINES, compagnia brasiliana, è sprofondata nella graduatoria della sicurezza nel 2007. Ora occupa il secondo posto per velivoli più pericolosi, una posizione da podio conquistata con il tragico incidente del 2007. Allora un Airbus A320 della TAM colpì un edificio dell’aeroporto di San Paolo, esplodendo successivamente e così causando circa 200 morti.
L’ultima piazza del podio del terrore spetta a AIR INDIA, che nel 2011 non fu più accolta nella Star Alliance guidata da Lufthansa. La compagnia indiana è nota per le sue difficoltà economiche, e l’ultimo incidente che ha coinvolto un suo velivolo si è verificato tre anni fa.
Al quarto e quinto posto chiudono questa ideale Top Five del terrore aereo due compagnie ancora una volta sudamericana ed asiatica.
La quarta più insicura è la brasiliana  GOL TRANSPORTES AÉREOS, fondata nel 2000 e vittima di un gravissime incidente nel 2006, dove morirono tutti i 154 passeggeri.
La quinta piazza spetta invece a KOREAN AIRLINES, che ha registrato ben nove incidenti negli ultimi 30 anni. Un numero piuttosto consistente, che però si è praticamente interrotto nell’ultimo decennio. 
Nella Top 10 invece c’è una compagnia americana, che chiude proprio al decimo posto tra le più insicure – la SKYWEST AIRLINES .
Le peggiori d’Europa?
Nella top ten delle peggiori in realtà  mancano aziende di provenienza europea. La peggior compagnia della Ue presente nella classifica di JACDAC  è la svedese SAS SCANDINAVIAN AIRLINES. Nel 2007 su verificarono ben tre guasti ai suoi  Bombardier Aerospace Q400, che provocarono l’uscita dalla flotta di questi velivoli. Da allora situazione tranquilla, per la felicità dei passeggeri scandinavi.
Tra le peggiori 20 c’è in diciannovesima posizione AIR FRANCE, che paga ancora il tragico incidente del 2009, quando morirono più di 200 persone in un volo da Rio verso Parigi.

Per gli appassionati del genere (si fa per dire), lascio il link di una pagina wikipedia con la lista di tutti gli incidenti aerei Lista_di_incidenti_aerei_per_numero_di_vittime
Insomma, a parte casi specifici, è difficile decidere in base a certi dati: continuo a pensare che il fattore casualità, dicesi "culo" conti davvero molto. Però TAP e AIR EUROPA, per quanto riguarda i voli ITALIA BRASILE restano le mie preferite.
 
A voi la scelta!

fonte: http://www.retenews24.it

domenica 22 marzo 2015

Un libro sul Brasile "nascosto"

Gli occhi scuri del samba, un libro nato dalle esperienze di volontariato a fianco dei senzatetto di Salvador de Bahia, esplorando luoghi nascosti e indagando sul senso della vita.
Gli occhi scuri del samba 
 Acquistabile sui principali negozi online e ordinabile in tutte le librerie:

Sinossi
Salvador, Bahia, Brasile, uno degli stereotipi del paradiso tropicale, meta di 400/500 mila turisti solo nel carnevale, chilometri di spiagge bianche, 365 chiese cattoliche, 3 milioni di abitanti, 5 mila che vivono in strada e circa 2000 morti per omicidio l'anno. A parlarcene è Marquinho, che "non conosce il proprio cognome, è nato e vive in strada", ma che proprio per questo sa l'odore vero di Salvador de Bahia, ne conosce l'intimo battito, che sente riecheggiare oltre il cartone consunto su cui dorme. Percosso dalla polizia, cacciato con gli idranti dalla nettezza urbana, guardato con paura e disprezzo dai più, Marquinho accompagna il lettore durante incontri con persone spesso ignorate, verso luoghi fuori dal circuito turistico, cercando di alzare il velo sulla condizione sua e dei tanti suoi compagni di strada; un viaggio attraverso persone, emozioni e visioni della vita che spingono il lettore a porsi interrogativi sulla propria esistenza, andando oltre i pregiudizi e le paure. Un viaggio dentro noi stessi, uno stimolo a vivere con maggiore consapevolezza.

venerdì 9 gennaio 2015

Trasporto pubblico a Salvador: buone idee per il futuro?

Speriamo bene!
Visto i tempi di realizzazione per 5 miseri chilometri di metropolitana, conclusa anche sotto la spinta dell'imminente coppa del mondo 2014, quando si leggono i bei progetti su treni veloci, autobus su corsie riservate e prolungamento della linea metropolitana, i dubbi vengono. Comunque, queste le tre linee di azione esposte in questi giorni, per diminuire il caos di Salvador.
1. BRT (Bus Rapid Transit)
È una linea veloce di autobus che dovrebbero utilizzare corsie riservate esclusivamente a questo tipo di trasporto. I risultati sono 2: decongestionamento delle strade riservate a tutti gli altri mezzi e rapidità nel collegare le fermate.
I lavori dovrebbero iniziare nel secondo semestre del 2015, con il collegamento della stazione Lapa con Iguatemi in un tempo di 16 minuti e dovrebbero durare 24 mesi. Si stima che l'afflusso giornaliero raggiungerebbe circa 34mila persone. Costo 1 milardo di Reais.


2. Prolungamento della linea della metropolitana attualmente esistente e realizzazione di una linea 2.
A marzo dovrebbe essere aperta la stazione Bom Juá (arrivando a 8,7km di metro), mentre a giugno Pirajá. Tanto per essere pignoli, vale la pena ricordare che la stazione Bom Juá doveva già essere funzionante.
Per adesso, la metropolitana di Salvador conta 7,3 km, collegando Lapa a Retiro.
Per quanto riguarda la linea 2 (Paralela-aeroporto) sarà pubblicata quest'anno la concessione dei lavori di inizio. La previsione (molto ottimista) è che sarà terminata nel 2017.

3. Realizzazione di un "Treno rapido" che colleghi Paripe e il cosìdetto Subúrbio ferroviario al Comércio.
La concessione per i lavori dovrebbe essere fatta entro il primo semestre del 2015. ma, si sa, per la periferia c'è sempre poca fretta...
Attualmente funziona un treno con cadenza di 40 minuti che collega paripe a Calçada. Si tratta di una vecchia linea, in parte recuperata dopo lavori prorogatisi per anni. Il biglietto costa 1 Real.

mercoledì 7 gennaio 2015

Salvador, Ribeira, una visita da fare


Una tranquilla gita nel quartiere Ribeira

 Ribeira: anticamente un quartiere in cui le famiglie ricche andavano durante l'estate, successivamente diventato quartiere di pescatori ed oggi uno dei pochi quartieri residenziali non contaminato da grandi ed anonimi grattacieli o centri commerciali.
Può essere una piacevole alternativa per chi cerca un po' di tranquillità, soprattutto durante la settimana. Non mancano i ristoranti a base di pesce fresco, un bel mercato del pesce sulla spiaggia, piste ciclabili, ampio marciapiede lungomare recentemente riasfaltato.
Il porto ospita diverse imbarcazioni anche antiche, che vengono recuperate e utilizzate per la pesca o il turismo, accanto a più moderni motoscafi.











con la bassa marea le imbarcazioni sembrano appisolarsi sulla soffice sabbia





Gasparito e Black Bird


la stazione marittima per prendere il traghetto che porta al quartiere Plataforma

un campo di campo di calcio e basket pubblico



Durante la bassa marea, molta gente raccoglie i frutti del mare

il mercato del pesce

ancora il mercato del pesce






i tavolini di un bar sotto un albero fiorito

ottimo posto per correre o andare in bicicletta








in rosso la pista ciclabile, sullo sfondo la famosa collina con la chiesa del Bomfim

tante piccole barchette di pescatori