Non
so voi, ma io nel panorama economico internazionale non trovo grandi
speranze; nell'educazione data oggigiorno nelle scuole e nelle
famiglie italiane, ancora peggio. Si fa presto a dire che i papa-boy
sono degli sfigati, che i cattolici sono bigotti e che la Chiesa...
(se ne trovano tante di frasi sulla Chiesa, che sembra aver fatto
peggio di Hitler e di Stalin messi insieme). Io vedo invece un'isola
che può ancora costituire un'alternativa, che è una minoranza, ma
che può offrire una prospettiva diversa in un mondo che
semplicemente non ne ha. Per troppo tempo ci si è accontentati di
sparare a zero senza conoscere, ignorando come gli unici aspetti
umani della nostra società (ospedali, università, uguaglianza
uomo-donna) derivano dal Vangelo.
Sì,
perché se vi fanno pena le persone malate, lo dovete a Gesù: prima
di lui infatti, i malati erano considerati puniti da Dio e per questo
indegni di cure e attenzioni. Anzi, erano esclusi dalla società.
Per
non parlare delle donne, le femministe che saltellano e strimpellano
per la loro voglia di uccidere una loro creatura: se non c'era il
cristianesimo, tuttalpiù potevano aspirare ad essere le favorite
dell'harem.
Certo
è necessario un primo passo: separare la nostra idea su Gesù, dalle
persone che ce ne hanno parlato male (alcuni preti noiosi,
diciamocelo chiaramente), facendoci credere che il cristianesimo è
una religione triste, monotona e noiosa. E magari non abbiamo mai
aperto e studiato il Vangelo, che vuol dire appunti "Buona
notizia" Quale? Che Dio si è fatto vicino, non per risolverci i
problemi nel modo che vorremmo, altrimenti non sarebbe più Dio ma il
nostro personale "genio della lampada". E prendere in mano
un libro serio, scritto non da un matematico che vuole arrotondare
con qualche libro su una materia non sua o da un conduttore
televisivo; ci sono persone che studiano la Bibbia tutta la vita e
riescono a scrivere in maniera comprensibile: rivolgiamoci a loro. E
seguiamo le persone che sono veramente degne, non i pupazzi della
televisione: i veri eroi del mondo di oggi sono quelli che dedicano
la propria vita agli altri. Molte volte ci riescono, altre no.
I volti, le storie, le sperenza e la gioia della gioventu' mondiale, due milioni di cuori, in attesa della veglia del Papa
GIACOMO
GALEAZZI E LUCA ROLANDI
RIO
DE JANIERO
Nella
"grande notte" dei Bergoglio-boys tante storie diventano
una. Così a Copacabana, in una distesa sterminata di un milione e
mezzo di ragazzi, dalla polifonia affiorano racconti che si
compenetrano come tessere di un mosaico. Un clochard dorme su una
panchina del lungomare, una pattuglia della polizia col mitra in mano
lo fa spostare. Passano due ragazze con la bandiera cilena sulle
spalle e gli lasciano un pacco di biscotti. Frammenti della veglia di
preghiera lungo il litorale più famoso del mondo. Prima le
difficoltà per pagare il viaggio, poi un lavoro trovato a giugno,
compromettevano la sua presenza a Rio.
“Tutto
si è risolto, e ora sono qui. A questo punto, penso che dovevo
esserci”, spiega Emanuele, un giovane lucchese, ospitato a “Casa
Italia”. Carolina e Carmen, due volontarie internazionali,
rispettivamente spagnola e italiana, hanno trovato ospitalità
nell'appartamento di Aparecida, una donna di 86 anni. Gianluca, Fabio
e Joao, italiani e portoghese, sono stati accolti da Lenize e Gjl,
una coppia di avvocati con tre figli. Daniele si è arrangiato da
Marcos e Silvia, che hanno offerto un alloggio anche a due ragazze
(una polacca ed una argentina) che si trovavano disperse per Rio, di
notte, da sole (senza conoscersi tra loro) e che non avevano ancora
una sistemazione. Insomma, anche l'ospitalità è diventata un modo
per combattere la "globalizzazione dell'indifferenza".
Il
trentenne Luca Bazzoli, è un cooperatore che a Roma organizzava
eventi. Poi ha lasciato il suo lavoro per dedicarsi a progetti
internazionali di solidarietà. A Rio collabora con Barbara, una
donna emiliana che vive da 22 anni in una favela con suo marito
brasiliano. Luca ha fondato con altri amici italiani una realtà che
di nome e di fatto è "sensacional" (sensacional.org)
per aiutare i ragazzi dei quartieri più poveri ad uscire
dall'indigenza con le loro forze.
Luca ha
vissuto in Argentina e in Cambogia, ora opera in una delle favelas
più grandi di Rio: Rocinha. "Ammiro Francesco e sono venuto ad
ascoltarlo per riferire nella mia nuova comunità il suo messaggio di
speranza", afferma. Lucia, 20 anni, arriva dalla diocesi di
Roma. "Essere qui è sempre una sorgente che si
rinnova-spiega-.La sensazione che ho avuto è stata di
accoglienza: ti senti a casa anche a 10mila chilometri di distanza.
Chi arriva con lo spirito giusto, sicuramente torna a casa con
qualcosa che gli mancava".
Walmir
Junior, 24 anni, alza le braccia al cielo:“Io sono piccolo davanti
a questa folla”. Walmir, un passato da “meninho de rua”, un
presente da laureato alla Pontificia Università Cattolica di
Rio. “Amare il prossimo è fuori moda”. Una "provocazione"
che Walmir racconta di aver raccolto per vivere controcorrente grazie
alla fede. “Ho sempre voluto cambiare la mia vita, cambiando
la vita degli altri”, puntualizza. Il modello c'è: Bergoglio.
E infine
durante la veglia della Gmg in corso a Copacabana, alle ore 00.56 i
followers dei 9 account Twitter di Papa Francesco hanno superato gli
8 milioni. Negli ultimi giorni si e' registrata una crescita
importante: infatti, lo scorso 18 luglio i followers erano 7.483.409
e poco fa invece erano oltre 8.029.000. Su internet la Veglia e'
seguita in diretta dal sito "Il Sismografo" che e'
informato in tempo reale sulle attivita' della Santa Sede.
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