domenica 28 luglio 2013

Gli "atleti della fede": quei 2 milioni di ragazzi che non vogliono farsi rubare i propri sogni

Non so voi, ma io nel panorama economico internazionale non trovo grandi speranze; nell'educazione data oggigiorno nelle scuole e nelle famiglie italiane, ancora peggio. Si fa presto a dire che i papa-boy sono degli sfigati, che i cattolici sono bigotti e che la Chiesa... (se ne trovano tante di frasi sulla Chiesa, che sembra aver fatto peggio di Hitler e di Stalin messi insieme). Io vedo invece un'isola che può ancora costituire un'alternativa, che è una minoranza, ma che può offrire una prospettiva diversa in un mondo che semplicemente non ne ha. Per troppo tempo ci si è accontentati di sparare a zero senza conoscere, ignorando come gli unici aspetti umani della nostra società (ospedali, università, uguaglianza uomo-donna) derivano dal Vangelo.
Sì, perché se vi fanno pena le persone malate, lo dovete a Gesù: prima di lui infatti, i malati erano considerati puniti da Dio e per questo indegni di cure e attenzioni. Anzi, erano esclusi dalla società. 
Per non parlare delle donne, le femministe che saltellano e strimpellano per la loro voglia di uccidere una loro creatura: se non c'era il cristianesimo, tuttalpiù potevano aspirare ad essere le favorite dell'harem. 

Certo è necessario un primo passo: separare la nostra idea su Gesù, dalle persone che ce ne hanno parlato male (alcuni preti noiosi, diciamocelo chiaramente), facendoci credere che il cristianesimo è una religione triste, monotona e noiosa. E magari non abbiamo mai aperto e studiato il Vangelo, che vuol dire appunti "Buona notizia" Quale? Che Dio si è fatto vicino, non per risolverci i problemi nel modo che vorremmo, altrimenti non sarebbe più Dio ma il nostro personale "genio della lampada". E prendere in mano un libro serio, scritto non da un matematico che vuole arrotondare con qualche libro su una materia non sua o da un conduttore televisivo; ci sono persone che studiano la Bibbia tutta la vita e riescono a scrivere in maniera comprensibile: rivolgiamoci a loro. E seguiamo le persone che sono veramente degne, non i pupazzi della televisione: i veri eroi del mondo di oggi sono quelli che dedicano la propria vita agli altri. Molte volte ci riescono, altre no. 

I volti, le storie, le sperenza e la gioia della gioventu' mondiale, due milioni di cuori, in attesa della veglia del Papa

GIACOMO GALEAZZI E LUCA ROLANDI

RIO DE JANIERO

Nella "grande notte" dei Bergoglio-boys tante storie diventano una. Così a Copacabana, in una distesa sterminata di un milione e mezzo di ragazzi, dalla polifonia affiorano racconti che si compenetrano come tessere di un mosaico. Un clochard dorme su una panchina del lungomare, una pattuglia della polizia col mitra in mano lo fa spostare. Passano due ragazze con la bandiera cilena sulle spalle e gli lasciano un pacco di biscotti. Frammenti della veglia di preghiera lungo il litorale più famoso del mondo. Prima le difficoltà per pagare il viaggio, poi un lavoro trovato a giugno, compromettevano la sua presenza a Rio.

Tutto si è risolto, e ora sono qui. A questo punto, penso che dovevo esserci”, spiega Emanuele, un giovane lucchese, ospitato a “Casa Italia”. Carolina e Carmen, due volontarie internazionali, rispettivamente spagnola e italiana, hanno trovato ospitalità nell'appartamento di Aparecida, una donna di 86 anni. Gianluca, Fabio e Joao, italiani e portoghese, sono stati accolti da Lenize e Gjl, una coppia di avvocati con tre figli. Daniele si è arrangiato da Marcos e Silvia, che hanno offerto un alloggio anche a due ragazze (una polacca ed una argentina) che si trovavano disperse per Rio, di notte, da sole (senza conoscersi tra loro) e che non avevano ancora una sistemazione. Insomma, anche l'ospitalità è diventata un modo per combattere la "globalizzazione dell'indifferenza".


Il trentenne Luca Bazzoli, è un cooperatore che a Roma organizzava eventi. Poi ha lasciato il suo lavoro per dedicarsi a progetti internazionali di solidarietà. A Rio collabora con Barbara, una donna emiliana che vive da 22 anni in una favela con suo marito brasiliano. Luca ha fondato con altri amici italiani una realtà che di nome e di fatto è "sensacional"  (sensacional.org) per aiutare i ragazzi dei quartieri più poveri ad uscire dall'indigenza con le loro forze.


Luca ha vissuto in Argentina e in Cambogia, ora opera in una delle favelas più grandi di Rio: Rocinha. "Ammiro Francesco e sono venuto ad ascoltarlo per riferire nella mia nuova comunità il suo messaggio di speranza", afferma. Lucia, 20 anni, arriva dalla diocesi di Roma. "Essere qui è sempre una sorgente che si rinnova-spiega-.La sensazione che ho avuto è stata di  accoglienza: ti senti a casa anche a 10mila chilometri di distanza. Chi arriva con lo spirito giusto, sicuramente torna a casa con qualcosa che gli mancava".

Walmir Junior, 24 anni, alza le braccia al cielo:“Io sono piccolo davanti a questa folla”. Walmir, un passato da “meninho de rua”, un presente da laureato  alla Pontificia Università Cattolica di Rio. “Amare il prossimo è fuori  moda”. Una "provocazione" che Walmir racconta di aver raccolto per vivere controcorrente grazie alla fede. “Ho  sempre voluto cambiare la mia vita, cambiando la vita degli altri”, puntualizza. Il modello c'è: Bergoglio.

E infine durante la veglia della Gmg in corso a Copacabana, alle ore 00.56 i followers dei 9 account Twitter di Papa Francesco hanno superato gli 8 milioni. Negli ultimi giorni si e' registrata una crescita importante: infatti, lo scorso 18 luglio i followers erano 7.483.409 e poco fa invece erano oltre 8.029.000. Su internet la Veglia e' seguita in diretta dal sito "Il Sismografo" che e' informato in tempo reale sulle attivita' della Santa Sede.


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