sabato 30 novembre 2013

Gli OGM sono dannosi per la salute?

Ieri, al supermercato, sono stato colpito dalla grande quantità di alimenti con il simbolo 
 e la sigla indicante "contém milho transgénico". L'argomento OGM (organismi geneticamente modificati, ovvero specie di piante o animali creati in laboratorio, modificando una parte del DNA di specie già esistenti in natura) è ormai largamente dibattuto già da anni e vi sono ancora forti contrapposizioni e dubbi morali, ambientali e di salute.

L'etichettatura
Innanzitutto, l'indicazione della presenza di un ingrediente geneticamente modificato mi sembra già un primo passo per la trasparenza delle aziende alimentari. In Brasile, dal 2003, la legge obbliga ad apporre il simbolo sopra riportato se il prodotto contiene più dell'1% di ingredienti OGM.
Sotto alcuni esempi di prodotti con questo simbolo
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Ma i furbetti non mancano: diverseimprese continuano a commercializzare i propri prodotti OGM senza apporre l'apposito simbolo. Così, fra il 2011 e il 2012 aziende come Zaeli®, Adria Alimentos do Brasil®, Bangley do Brasil Alimentos®, Bimbo do Brasil®, J. Macedo®, biscoito Kraft Foods®, Nestlé®, Nutrimental®, Oetker® e Pepsico do Brasil®  sono state multate. I sottostanti sono prodotti che, pur contenendo OGM, non riportano la relativa etichetta.

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Capiamoci qualcosa
Quali sono e quali (ammesso che ce ne siano) i reali rischi?
C'è chi dice con assoluta sicurezza che gli OGM non rappresentano un rischio per l'uomo; e chi dice il contrario, affermando che aumenta la possibilità di contrarre allergie o, addirittura, cancro.
Alcune conclusioni però le possiamo trarre:

1. Sono stati creati per sviluppare nuove specie resistenti agli erbicidi. Chi le ha create, imprese produttrici di pesticidi chimici, ha interesse esclusivamente che le piante siano più resistenti agli erbicidi. Implicazioni sulla salute o sull'ambiente passano quindi in secondo (o terzo) piano e non sono certo sollevate dalle stesse aziende.

2. Venendo modificato in laboratorio il codice genetico, le specie create sono "nuove", non esistono già in natura. Bisognerebbe quindi valutare se possono creare squilibri nell'ecosistema, come l'estinzione di specie precedenti.

3. La produzione delle sementi OGM è in mano a pochissime multinazionali, la più importante delle quali è al Monsanto, che non sono ritenuti soggetti moralmente ed eticamente affidabili.

Nel terzo mondo inoltre: 

  • Le piante OGM sono spesso vincolate all'obbligo di riacquisto di anno in anno. Questo implica che i coltivatori, che erano abituati a riseminare il raccolto, devono ricomprare la semente per garantirsi il beneficio dato dall'uso dell'OGM.
  • Le sementi OGM hanno costi superiori, dovendo ammortizzare l'investimento in ricerca necessario per svilupparli.
  • L'impatto dell'acquisto annuale di nuovi semi su soggetti microeconomici che faticano a raggiungere uno stato di sopravvivenza può innescare rapporti di debito prolungato con i rivenditori indebolendo ulteriormente i piccoli produttori.
  • I soggetti economici in grado sfruttare le opportunità offerte dagli OGM sono spesso i grandi produttori o dei possidenti terrieri.
  • L'uso di OGM potrebbe ridurre l'uso di varietà e risorse liberamente fruibili sul territorio.

I consumatori hanno un'alternativa?
Certamente possiamo evitare l'acquisto di prodotti con apposita etichetta OGM. Ma resta comunque il problema che non possiamo controllare se il mais e la soia per l'alimentazione del bestiame sia OGM oppure no. Per la soia OGM, in Italia, vige il  divieto di coltivazione, ma non di importazione.
Del resto, Il maggiore produttore mondiale, la Monsanto, ha annunciato che rinuncia a presentare nuove domande di autorizzazione per la coltivazione degli OGM, puntando tutto sull'importazione dei prodotti che è libera. I paesi privi di divieti di coltivazione saranno quindi utilizzati per la produzione, che sarà poi spedita nei paesi in qui la è vietata la coltivazione ma non l'importazione, come l'Italia.

Per saperne di più
Il materiale che si trova in rete è immenso. Non potendo qui dilungarmi eccessivamente, fornisco alcuni link interessanti. Molti altri li potete trovare con una semplice ricerca.




giovedì 28 novembre 2013

Altre 2 vittime nella preparazione della coppa del mondo in Brasile

dal sito www.lastampa.it


Crolla lo stadio dei Mondiali
Almeno due morti in Brasile

Parte della struttura che copre lo stadio Itaquerao a San Paolo è crollata in mattinata (Foto postata su Twitter)

San Paolo, il dramma nella struttura scelta per l’inaugurazione di giugno
SAN PAOLO
Doveva essere il simbolo della Coppa del mondo in programma il prossimo anno in Brasile - qui è in programma la partita inaugurale del 12 giugno e altre cinque partite- e invece si è trasformato nel giro di pochi istanti in un mostro che si è accartocciato su se stesso. Un gravissimo incidente è avvenuto, infatti, nello stadio Itaquerao di San Paolo, attualmente in costruzione, lo stadio di una delle più importanti squadre del paese verde-oro, il Corinthians. Due vittime feriti alcuni gravi. A causare il disastro, avvenuto all’ora di pranzo, il cedimento di un’enorme struttura metallica proprio mentre veniva collocato l’ultimo modulo nel settore Sud, cedimento che avrebbe fatto cadere a sua volta una gru su un pannello luminoso. A gestire i lavori, recentemente dichiarati ormai conclusi al 94%, la società brasiliana Odebrecht. Al momento tutta l’area è stata chiusa. L’incidente è avvenuto a ridosso del prossimo 6 dicembre quando nella Costa do Sauipe a Bahia si terrà il sorteggio dei Gironi dei Mondiali.  

Il Presidente della Fifa Joseph Blatter e il segretario generale Jerome Valcke via Twitter hanno espresso il loro cordoglio per le vittime dell’incidente dell’Itaquerao. In una dichiarazione ufficiale la Fifa ha però fatto capire che l’inchiesta sulle cause non è di sua responsabilità, sottolineando comunque come la sicurezza negli stadi debba essere una priorità. Mentre non si sopiscono le polemiche sui ritardi generali di consegna delle opere la stampa brasiliana ricorda come questo sia il quarto incidente in uno stadio negli ultimi mesi. Il primo nel giugno del 2012, nello stadio in costruzione di Brasilia, con un bilancio di un morto. Stesso bilancio nell’incidente avvenuto nel corso dei lavori nello stadio dell’Amazzonia a Manaus lo scorso marzo. E ancora un morto lo scorso aprile nel cantiere del nuovo stadio del Palmeiras a San Paolo, stadio questo che però non sarà utilizzato durante i Mondiali.  

Lavorare in Brasile



Premessa


In tempo di crisi sono molti quelli che pensano di trasferirsi all'estero in cerca di lavoro. Se poi, potendo scegliere, si può lasciare il Bel Paese per uno che nell'immaginario collettivo rappresenta la bella vita, le spiagge, il mare e tutto quello che una persona può desiderare...beh, allora l'immaginazione può nascondere la realtà. 


Pensarci bene
Non voglio qui né scoraggiare, né incitare certe decisioni, dettate non solo da esigenze economiche, ma anche e soprattutto esistenziali, quindi assolutamente personali e da rispettare.
Il Brasile non è un paese per fare esperimenti, in cui basta aprire il chiosco sulla spiaggia per campare bene.

Prima di fare un investimento di tempo o denaro, prendete in considerazione ogni aspetto, non solo economico. Ricordatevi che non è detto che se avete avuto successo con un'attività in un Paese, dobbiate per forza averlo anche in un altro; ogni luogo ha le sue abitudini: studiate prima bene il mercato, i comportamenti d'acquisto, il modo di pensare dei consumatori.

Il visto
E' il primo ostacolo da superare. Non si può partire dall'Italia come turisti e cercare lavoro (almeno regolarmente). Lavorare senza un regolare visto (ricongiungimento familiare, investimento) è assolutamente illegale e non vi assicurerà alcun diritto né forma di tutela legale. 

Il visto per lavoro viene richiesto direttamente dall'azienda brasiliana che seguirà la trafila burocratica connessa. Può essere richiesto tramite consolato brasiliano in Italia, o tramite domanda alla  Coordenação de Imigração do Ministério de Trabalho. Potrebbero essere richiesti ulteriori documenti che attestino le vostre specifiche competenze.
In questa pagina trovate la lista (minima) dei vostri documenti necessari per richiedere il visto tramite il consolato di Roma.

Il visto per investimento è, teoricamente, più semplice del precedente, dipendendo solamente da voi e dalla vostra disponibilità economica. Si ottiene aprendo in Brasile una società con almeno un socio brasiliano partecipante (che può partecipare anche all'1%) con un capitale minimo di 150.000 Reais (circa 50.000 Euro). Deve poi essere prodotto un piano di investimenti triennale della societàe, dopo 2 anni.I soldi trasferiti  restano vostri ed avete tempo per decidere come investirli .Il trasferimento  comporta il pagamento di una tassa obbligatoria dello 0,38%  (IOF ), più le commissioni bancarie. In teoria, potreste anche investire solo una parte dei soldi per l'acquisto di una casa in cui abiterete o che metterete a reddito. L'ottenimento del visto non vi obbliga comunque a vivere sempre in Brasile, ma a rientrarvi almeno una volta ogni 2 anni. 
Dopo 3 anni bisognerà dimostrare che la società aperta esiste ancora e che il business plan è stato rispettato.
Nei fatti, comunque, le difficoltà burocratiche non mancano: potrebbero venirvi richieste integrazioni di documenti (in particolare relative al numero di dipendenti che intenderete assumere). 
Se volete evitare mal di testa aggiuntivi, rivolgetevi a qualche agenzia seria che si occupa di questa materia (posso consigliarla privatamente, oppure basta cercare sul web).
Il visto per ricongiungimento familiare, naturalmente consente di svolgere attività lavorativa. Sicuramente è il più facile da ottenere, ma non mi consiglierei mai di sposarvi o di fare un figlio con un/una brasiliana per ottenere un misero visto. 

Lavorare in proprio
La maggior parte dei nostri connazionali tenta questa strada. I settori preferiti:turismo, mercato immobiliare, ristorazione. L'investimento iniziale può variare anche di molto, a seconda dell'attività e della zona. Normalmente, le città più piccole richiedono costi più bassi per l'acquisto di immobili, ma bisogna assicurarsi che il "giro" di turisti sia sufficiente. 
Nella ristorazione la concorrenza non manca e bisogna fare molta attenzione alla scelta del personale e alla localizzazione, che determinerà il tipo di clientela che frequenterà il vostro locale. 
Nel mercato immobiliare i migliori affare si fanno acquistando un terreno e costruendovi, per poi vendere o affittare l'immobile finito. Ma le competenze richieste e la trafila burocratica non sono per tutti. 
Insomma, leggete quante più esperienze possibili nel web, andate sul posto e studiate bene il mercato. E non abbiate fretta.

mercoledì 27 novembre 2013

Guidare in Brasile


Premessa


Noleggiare un'auto può essere una buona opzione per visitare in maniera più libera una regione del Brasile. Bisogna però fare attenzione ad alcune cose:
-- i brasiliani, soprattutto nel nord-est sono guidatori a dir poco spregiudicati; anche se siete abituati a districarvi nel traffico di Roma o Milano dovrete abituarvi, ed in fretta, alla mancanza di senso del pericolo dei verdeoro. Mantenete sempre un livello di attenzione massimo e cercate di non andare né troppo piano, né troppo veloci.
-- non tenere in vista oggetti di valore; in particolare, non guidare con il braccio fuori dal finestrino se avete un orologio, non lasciare cellulare o portafogli sul cruscotto, non tenete borse o sacchetti sul sedile del passeggero, né su quelli posteriori. Preferite, se possibile, un'auto con vetri oscurati.

Se noleggiate un'auto da turisti
Se siete in Brasile come turisti, potete guidare con la patente italiana, accompagnata dal passaporto (da marzo 2010. Prima era necessaria la patente internazionale o la traduzione giurata di quella straniera). Consiglio comunque di stampare e portare con sé il testo della normativa del 2010, che potete trovare a questo link http://arpen-sp.jusbrasil.com.br/noticias/2401199/resolucao-360-contran-fixa-norma-para-estrangeiro-conduzir-veiculos-no-pais 
L'art. 1 recita infatti:
Art. 1º. O condutor de veículo automotor, oriundo de país estrangeiro e nele habilitado, desde que penalmente imputável no Brasil, poderá dirigir no Território Nacional quando amparado por convenções ou acordos internacionais, ratificados e aprovados pela República Federativa do Brasil e, igualmente, pela adoção do Princípio da Reciprocidade, no prazo máximo de 180 (cento e oitenta) dias, respeitada a validade da habilitação de origem.

Prezzi
A novembre 2010 il costo di un modello base a Salvador con chilometraggio illimitato oscilla tra i 75 reais al giorno e i 90 reais (utilitaria con aria condizionata). Normalmente si può risparmiare prenotando via internet o telefonicamente, mentre all'aeroporto ho trovato prezzi decisamente più alti (circa 140 Reais). Normalmente, verrà applicato uno sconto a partire dal 7° giorno. 
Consiglio una ricerca su internet digitando: aluguel carro Salvador; troverete così diversi portali che comparano i prezzi di diversi siti, aiutandovi a trovare quello più conveniente.
Normalmente è richiesta una cauzione che oscilla tra i 700 e i 1200 Reais, che verrà "bloccata" dalla carta di credito. 
Attenzione a verificare la presenza dell'assicurazione, se l'auto può essere guidata da più di un conducente e eventuali limiti chilometrici.


Se siete residenti in Brasile
Gli stranieri residenti in Brasile, invece, devono effettuare presso il DETRAN un test psicotecnico ed una visita medica per ottenere la patente brasiliana; è necessario presentare il proprio numero RNE (registro nacional de estrangeiro), che non sempre viene rilasciato al momento dell'ottenimento del visto. A volte può ritardare mesi o anni dopo l'ottenimento del visto, rischiando così di dover guidare "fuorilegge". Ricordo che chi ottiene il visto attraverso il consolato brasiliano in Italia per ricongiungimento familiare, ottiene il numero RNE al momento della registrazione dell'ingresso in Brasile presso la polizia federale (entro 1 mese dall'ingresso in Brasile).



martedì 26 novembre 2013

Lo spettro della Dengue

Periodicamente si leggono sui giornali notizie sulle statistiche dei casi di dengue, che nei casi più gravi può portare anche alla morte. Vediamo quindi di fare chiarezza e di capire il reale rischio che rappresenta questo virus per chi si reca a Salvador. 


Di cosa di tratta
E' una malattia infettiva tropicale causata dal virus Dengue, trasmesso all'uomo dalla zanzara Aedes aegypti. Il virus esiste in quattro sierotipidifferenti (DENV-1, DENV-2, DENV-3, DENV-4) e generalmente l'infezione con un tipo garantisce un'immunità a vita per quel tipo, mentre comporta solamente una breve e non duratura immunità nei confronti degli altri. L'ulteriore infezione con un altro sierotipo comporta un aumento del rischio di complicanze gravi.
Curiosa la storia di questa malattia, piuttosto limitata fino alla seconda guerra mondiale, a partire dalla quale, ha registrato un drastico aumento nelle zone tropicali di tutto il mondo, dall'Asia all'America tanto che tra il 1960 e il 2010, l'incidenza della dengue è aumentata di circa trenta volte.


I rischi

La maggior parte di chi contrae la dengue si riprende senza problemi, mentre la mortalità è dell'1–5% qualora non venga instaurato alcun regime terapeutico e inferiore all'1% nel caso di trattamento adeguato. Tuttavia le forme più gravi della malattia conducono a morte nel 26% dei casi. La dengue è endemica in 110 paesi e infetta dai 50 ai 100 milioni di individui ogni anno, con circa mezzo milioni di persone che necessitano di ospedalizzazione e 12.500-25.000 decessi. Come malattia tropicale la dengue è ritenuta seconda in importanza solo alla malaria, e l'Organizzazione mondiale della sanità la considera una delle sedici malattie tropicali trascurate.

I quartieri di Salvador con più alto indice di infestazione






















Segni e sintomi 

La fase febbrile è caratterizzata da febbre elevata, spesso superiore ai 40 °C, associata a dolore generalizzato e cefalea e dura solitamente tra i 2 e i 7 giorni. Durante questa fase, il 50-80% dei pazienti con sintomi presenta un rash cutaneo, che inizia tipicamente durante il 1º o 2º giorno di sintomi come un eritema, per assumere tra il 4º e il 7º giorno un aspetto morbilliforme. La febbre ha classicamente un andamento bifasico, ripresentandosi per un paio di giorni dopo la risoluzione iniziale, anche se il fenomeno ha una durata e delle tempistiche molto variabili.


Prevenzione

Purtroppo non esiste un vaccino, quindi la prevenzione consiste nell'evitare la puntura della zanzara, facendo attenzione a non favorirne la riproduzione lasciando contenitori o sottovasi con acqua dove essa possa riprodursi.


In Brasile

Porto Velho, situata in Amazzonia, vicino al confine boliviano,
presenta uno dei più alti indici di infestazione dengue.
Nel novembre 2013 il Ministero della Salute ha dichiarato le 12 capitali a rischio epidemia. Oltre a Salvador, Boa Vista, Manaus, Palmas, Fortaleza, São Luís, Aracaju, Goiânia, Campo  Grande, Rio de Janeiro e Vitória. 
A Salvador, il 2.5% delle case visitate hanno riscontrato la presenza della larva della zanzara Aedes Aegypti; sono considerati a rischio i municipi che presentano un indice di infestazione fra l'1 e il 3.9 %.
Tre capitali (Cuiabá, Rio Branco e Porto Velho) hanno registrato un indice superiore al 4%.



fonte: wikipedia, www.correio24horas.com.br






lunedì 25 novembre 2013

Salvador turistica: dove dormire?



Esaminiamo in questo articolo i vantaggi e gli svantaggi dei principali quartieri turistici della città, ipotizzando che si voglia visitare Salvador per la prima volta
Largo do Pelourinho


Pelourinho

Fa parte del centro storico della città. Fatto di vicoli con pavimento in pietre simile all'originale, è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco, essendo sicuramente il più interessante dal punto di vista storico-artistico. La maggior parte dei turisti che cercano il risparmio alloggia in questo quartiere, in cui si trovano decine di "pousadas", ovvero ostelli-hotel economici, che offrono la prima colazione. Volendo risparmiare al massimo, si può optare anche per un "quarto compartilhado", ovvero una camera condivisa con altri. Dipende dalle vostre preferenze.


Svantaggi/vantaggi

Quelli tipici dei quartiere turistici. Da un lato i numerosi ristoranti, musei, chiese antiche, mostre, concerti, con nutrito servizio di polizia a presidiare giorno e notte le strade. Quasi ogni giorno troverete concerti a cui andare, molti gratuiti o comunque economici. Ristoranti per tutti i gusti e le tasche, anche se predominano quelli a cucina tipica, con buffet in cui si paga "a peso". Si trova qui il centro di informazioni turistiche della città, con accesso internet gratuito per i primi 15 minuti e numeri tour operator per gite organizzate nella baia de todos os santos o nella chapada diamantina
Gli svantaggi sono legati al traffico di droga e prostituzione quasi a cielo aperto, soprattutto nelle ore notturne e ai venditori ambulanti piuttosto "insistenti". Diciamo che se siete una famiglia è sconsigliabile alloggiare in questo quartiere, essendo preferibile una visita durante il giorno. La spiaggia più vicina (porto da Barra) dista alcuni chilometri ed è raggiungibile dal vicino capolinea di autobus (Praça da sé) in circa 15-20 minuti.


Barra

Porto da Barra,


E' il quartiere con la più alta presenza di italiani turisti e residenti. Ai musei e ai palazzi storici si sostituiscono le spiagge, soprattutto quella del Porto da Barra, un'insenatura protetta dalle onde dell'oceano in cui quindi è possibile nuotare fino alle barchette di pescatori ormeggiate a 100- 150 metri dalla riva.

Anche qui si trovano le pousadas (leggermente più care che nel Pelourinho) e numerosi hotel anche di medio-alto livello. Tanti i servizi turistici (da noleggio auto a tour operato). Consigliato a chi ama il mare e vuole una vacanza con tutte le comodità connesse. Per le famiglie è sicuramente preferibile rispetto al Pelourinho.
Punti di attrattiva sono il Farol da Barra, a lato del quale, ogni sera, decine di persone si siedono sull'erba per ammirare il tramonto e ringraziare con un applauso lo spettacolo quotidiano. Numerosi anche i locali notturni, soprattutto nel lungomare oceanico.


Rio Vermelho


Largo da Mariquita, Rio Vermelho
E' il quartiere bohémien della città. Ha numerose spiagge e, soprattutto, un'intensa vita notturna con musica dal vivo, discoteche, ristoranti, churrascarias, bar, etc. Indicato soprattutto per i giovani che cercano una musica più "elaborata" e locali più raffinato. Di conseguenza, i prezzi sono più alti che nei precedenti quartieri.


Itapuã


Farol de Itapuã
Può essere un'alternativa molto tranquilla ai quartieri di cui sopra. Era un antico villaggio di pescatori, inglobato nella città a seguito della crescita urbana. Molto belle le spiagge, alcune riparate dalla forza dell'oceano e quindi sicure per nuotare. E' il quartiere che consiglierei alle famiglie in cerca di una vacanza rilassante , anche più della Barra. Unica pecca, la distanza dagli altri punti di attrazione turistica, distando 20 km dal Pelourinho (circa 50-60 minuti di autobus, in media). Se avrete fortuna, potrete assistere alla pesca collettiva in spiaggia, in cui tutti possono dare una mano a distendere la rete in un arco di spiaggia di circa 200 metri, inizialmente distante da riva circa 50-70 metri; la rete viene tirata sempre più verso la riva, fino a ritrovare chili e chili di pesci argentati imbrigliati sulla sabbia. Molti i ristoranti a base di ottimo pesce e le classiche churrascarias (ristoranti specializzati in carne alla griglia).


Ribeira


Avenida Beira Mar
Un'altra interessante alternativa  è questo quartiere lungomare nella periferia nord di Salvador. E' vicino alla famosa chiesa del Bomfim. Non è prettamente un quartiere turistico, quindi certi aspetti (come la cura della pulizia e delle strade) non sono al livello degli altri; ma è sicuramente molto autentico e comunque ospita numerosi ristoranti per tutti i gusti, pizzerie, churrascarias ed una discoteca. Interessante da vedere il porto dei pescatori e, di notte, le numerosi fioche lucine delle barchette che da qui si avventurano nelle scure acque della Baia per guadagnarsi da vivere. La mattina, poi, il pesce è venduto al mercato sulla spiaggia. Dista 9km dal centro storico. Consigliato a chi vuole uscire dal circuito turistico per conoscere la città più autentica.

mercoledì 20 novembre 2013

La brutta abitudine di comprare indebitandosi


Il sospetto ce l'avevo già. In Brasile il consumismo della nuova classe media e medio-bassa è più esasperato di quello di un italiano medio. Il potersi comprare il primo televisore a schermo piatto, un forno a microonde, una lavatrice, un nuovo computer, la prima automobile spinge molti ad indebitarsi, abboccando alle invitanti esche delle "promozioni" che indicano tassi di interesse 0 quanto invece ti trovi a dover pagare anche il 10% l'anno di interesse.

In Brasile, se sei inadempiente si dice letteralmente che ti "sporcano" il nome, impedendoti di partecipare a concorsi pubblici, richiedere nuovi finanziamenti, aprire un nuovo conto corrente. Periodicamente, le banche offrono la possibilità di negoziare il proprio debito, con notevoli sconti. Il problema è che se non cambia pure l'abitudine, i debiti torneranno presto. 
L'articolo che riporto qui sotto in portoghese, parla proprio di come quasi la metà di coloro che hanno negoziato e pagato il proprio debito continua nel brutto vizio di indebitarsi e torna ad essere inadempiente.
Attualmente sono 590mila i baiani inadempienti, per un totale di 400 milioni di Reais. Il tasso di inadempienza a Bahia è del 6,2%, in diminuzione rispetto al 7% di gennaio, a seguito delle numerosi contrattazioni del debito offerte dalle banche.




40% de quem renegocia dívida volta a sujar nome

O final do ano é a melhor época para que o consumidor endividado renegocie seus débitos e deixe de figurar em banco de dados de restrição ao crédito como SPC e Serasa. Muitas instituições, de olho no 13º salário do trabalhador e nas metas de vendas, abrem negociações oferecendo vantagens - como abatimento de juros - aos inadimplentes.

Em Salvador, uma boa oportunidade para isso é o Feirão do Nome Limpo, que acontece, na próxima semana, no Centro de Convenções (ver serviço). Mas, para que a negociação realmente valha a pena, o recomendado é que a dívida seja liquidada em sua totalidade. E é preciso que o consumidor adote nova postura, para evitar cair em tentação e sujar o nome poucos meses depois. 

Segundo dados apresentados pelo superintendente da Câmara de Dirigentes Lojistas de Salvador, Carlos Roberto Oliveira, cerca de 40% dos inadimplentes que reabilitam seu crédito voltam a sujar o nome no período de até um ano. 

O dado é nacional, pois a pesquisa não foi feita com recorte estadual. Se fosse, a Bahia apresentaria uma taxa de reincidência maior. “É natural que seja assim, pois a renda de trabalhadores da Bahia e do Nordeste como um todo é menor que a do Sul e do Sudeste. Sem falar que a questão do desemprego aqui também é mais grave”, disse.

Oliveira afirmou que atualmente são 590 mil baianos inscritos em cadastros de restrição ao crédito que acumulam cerca de R$ 400 milhões em dívidas. Em termos relativos, a taxa de inadimplência na Bahia está em 6,2%. Era 7% em janeiro último e a estimativa é que continue caindo até o final do ano, seguindo tendência nacional ajudada pela abertura da temporada de negociações. 

Para ele, o principal motivo para a reincidência de inadimplentes é o desemprego. “O consumidor se compromete com o pagamento e quando perde o emprego perde também a condição que tinha no momento em que fechou o acordo”, explicou. 

O segundo motivo é que falta ao consumidor baiano noções de educação financeira. “Cerca de 40 milhões de brasileiros ascenderam para a classe C e estão tendo contato pela primeira vez com operações de crédito. Eles têm dificuldades para entender o mecanismo e de como se organizar para gastar só o que podem pagar”, comentou.



Facilidade
Para o professor de Finanças Corporativas da UniJorge e consultor de finanças pessoais Luciano Lisboa, tanto a inadimplência quanto a reincidência em cadastros de restrição ao crédito se devem à facilidade de acesso ao crédito no Brasil, onde o Banco Central autoriza que um volume de até 52% do PIB seja utilizado pelo mercado financeiro em operações de crédito ao consumidor. 

“Outro dia, fiz as contas e somei o crédito que tenho à disposição no cheque especial e nos cartões Visa e Master. Dá R$ 200 mil. É muito mais que minha renda e, portanto, maior que minha capacidade de pagamento”, exemplificou. 

Lisboa recomendou que os consumidores inadimplentes aproveitem a oportunidade aberta pela temporada e renegociem suas dívidas. Mas ele é categórico ao dizer que essa renegociação só vale a pena se for para liquidar todo o débito. “O ideal é usar o 13º para zerar a dívida e com o nome limpo contrair novos financiamentos, só que dessa vez em um volume que não comprometa o orçamento”.  

Ele reforçou a recomendação ao lembrar que já em janeiro o consumidor tem de pagar impostos como IPTU, IPVA e arcar com reajustes de condomínio, domésticas e da mensalidade e do material escolar. “Todo ano é a mesma coisa. Bancos e financeiras fazem a renegociação. O consumidor vai, paga 20% da dívida e parcela o resto. Com o nome limpo, faz as compras de Natal. Aí, já em abril, deixa de pagar as parcelas e fica mais uma vez com o nome sujo. Não vale. O ideal é pagar toda a dívida” argumentou.

Além de cortar o mal pela raiz, que é o pagamento da totalidade dos débitos, Lisboa também apregoou que o consumidor faça uma planilha com a previsão de receita e despesa de todos os meses do ano.  E que as despesas somem um máximo de até 30% das receitas, incluindo aí a mensalidade da escola dos filhos e as prestações do carro e do imóvel. “Fica mais fácil controlar o orçamento assim e ainda se visualiza o melhor mês para uma compra de maior valor ou se é melhor pagar uma prestação menor por mais vezes ou uma maior por menos tempo”, disse.  

Endividada, aposentada vive com R$ 200 líquidos por mês
Joana Rizério 
A facilidade de acesso ao crédito, aliado à falta de experiência sobre como usá-lo, faz vítimas como a aposentada Ivani Nascimento Silva, 54 anos. Em 2009, ela contraiu uma dívida com o Bradesco e, desde então, está com o nome sujo. 

Ela conta que fez um empréstimo seguido de outro para tentar amenizar as dívidas, mas elas só aumentavam. “Acabei como estou: com menos de R$ 200 de rendimento líquido mensal”, relatou. “Era funcionária pública e, na época, trocamos de banco. Eles ofereciam muita facilidade, empréstimo, crédito. Estava endividada e acabei pegando. Ofereceram vantagens, mas nem peguei tanto dinheiro. No fim, nem consegui resolver meu problema, fiquei devendo ainda mais”, falou.

Ivani foi ontem à sede da CDL, no Comércio, para levantar quanto deve. O total, com juros, ultrapassa R$ 4 mil. Fechou um acordo que pode pagar: R$ 170 mensais durante 20 meses a partir do próximo dia 1º. 

SPC divulga produtos mais procurados no Natal
Joana Rizério 
Uma pesquisa do Sistema de Proteção de Crédito (SPC) feita em 27 capitais brasileiras revelou, ontem, quais são os produtos e presentes mais desejados do Natal. Computadores, notebook e tablets lideram a lista de desejos, com 51% do total. O órgão ainda aponta que os brasileiros devem gastar cerca de 30% a mais com os presente este ano, em relação a 2012.

De acordo com o presidente da Câmara de Dirigentes Lojistas de Salvador (CDL), Antoine Tawil, o esperado pelo SPC em termos nacionais difere do que promete ser o comércio baiano durante o Natal. “Eles esperam 30%, mas acreditamos que vamos ter uma média de cerca de 10 pontos percentuais mais baixos que isso. Infelizmente, a realidade em Salvador e no interior não é essa não, é bastante inferior”, disse.

Entre os motivos listados para o aumento previsto nos gastos natalinos em âmbito nacional está o 13º salário. Na avaliação do presidente da CNDL, Roque Pellizzaro Junior, não há surpresa: “A injeção de dinheiro na economia por conta do 13º será de R$ 143 bilhões, 10% a mais que em 2012 (dados do Dieese)”.


Serviço
O quê - Feirão do Nome Limpo
Onde - 2º piso do Centro de Convenções da Bahia (Boca do Rio)
Quando - de 26 a 30 de novembro, das 8h às 18h. Senhas para atendimento distribuídas até as 17h
O que levar - O consumidor interessado em quitar e renegociar dívidas para sair do cadastro de restrição de crédito deve levar CPF e documento de identidade com foto

fonte: www.correio24horas.com.br

mercoledì 13 novembre 2013

Una comunità di esclusi accolta fra le dolci braccia della Trinità


Ci sono cose che un turista, e non solo lui, non ha il tempo (a volte neanche la volontà) di vedere. O meglio, le vede, ma non le osserva. A volte ragiona, ma solo con la testa, non con il cuore. Fra queste i circa 3.500 (dati del 2013) che vivono in strada. Sì, la maggior parte si droga; molti vivono di "espedienti"; tanti sono in un quasi perenne stato di incoscienza. Meglio proseguire, ci deve pensare lo Stato, le istituzioni. Devono mandarli tutti in appositi "centri".

Questa è la realtà, di fronte alla quale un francese "pellegrino", con il suo efficiente sacco carico di Bibbia, coperta per coprirsi la notte e scodella per elemosinare cibo, non è rimasto indifferente. Adesso "fratello Henrique, pellegrino della Trinità" è il punto di riferimento di una quarantina di persone che vivono dentro ed intorno ad una chiesa che era stata abbandonata, oltre alle diverse centinaia che, nel corso degli ultimi 13 anni sono passati nella comunità. Come spesso accade con i leader carismatici spirituali, dopo un periodo vissuto alla ricerca della propria vocazione (viveva in un monastero della Francia, si era laureato in Filosofia e Teologia), Henrique ha avuto una chiamata, quella di partire per la Terra Santa a piedi. Poi è finito in Brasile, che ha percorso in lungo e largo fino a stabilirsi a Salvador; ha condiviso la vita di strada con gli altri fratelli finché, giungendo di fronte ad una chiesa abbandonata (chiamata appunto Chiesa della Trinità), ha sentito che lì doveva creare un rifugio per i senza fissa dimora. Perché la Trinità non è un dogma o una parola incomprensibile o un'invenzione della Chiesa, ma l'affermazione dell'uomo come essere sociale, bisognoso dell'altro, in grado di realizzarsi solamente nella relazione di amore con gli altri uomini. Ed è sulla relazione sociale e la condivisione che si basa il programma di recupero di queste persone, grazie anche all'aiuto di professionisti volontari.
La chiesa-comunità è naturalmente aperta ai visitatori. Consiglio la partecipazione alla Messa, soprattutto per chi non ci va da anni.

Per ulteriori informazioni, questo è il sito ufficiale della comunità: http://igrejadatrindade.blogspot.it/